Bruno Baroni
Modena, 1901-1986
Antifascista e partigiano
Impegnato nella falegnameria di famiglia ai Mulini nuovi, Bruno Baroni è segretario del locale circolo giovanile socialista. Arrestato nel 1916 per la diffusione di manifesti contro la guerra, partecipa alle principali manifestazioni del ‘biennio rosso’. Viene arrestato come complice nel furto di alcune mitragliatrici, organizzato dagli anarchici e giovani socialisti modenesi per difendere le manifestazioni operaie dopo che i carabinieri il 7 aprile 1920 avevano ucciso cinque lavoratori, ed è condannato a quasi cinque mesi di carcere. Ritornato in libertà, aderisce con il fratello Carlo al Partito comunista, entrando nel Comitato direttivo e mettendo a disposizione la loro casa per riunioni e per il primo congresso del partito, nel marzo 1922.
Dopo un tentativo di espatrio fallito, è chiamato alle armi ma nel febbraio 1923 è arrestato perché il suo nome è rinvenuto nella rubrica del dirigente comunista Amadeo Bordiga, nella quale risulta essere segretario provinciale della Federazione giovanile comunista. Rilasciato per insufficienza di prove, entra però in tensione con il partito perché schierato con il fratello sulle posizioni di Bordiga contro Gramsci. Quando il congresso clandestino di Ganaceto del dicembre 1925 si schiera sulle posizioni di Gramsci allenta la sua attività politica.
Nel novembre 1926 è condannato a cinque anni di confino, poi ridotti a tre, che sconta nelle isole Tremiti e a Lipari. Continuamente controllato, non si espone più in modo esplicito, anche se la falegnameria Baroni continua a essere un punto di riferimento per l’antifascismo modenese.
Caduto il fascismo, è attivo nella riorganizzazione del partito e dopo l’occupazione tedesca entra nel comitato promosso dal Cln per il salvataggio degli ex prigionieri angloamericani. Poi dall’estate 1944 svolge compiti delicati di relazione con una parte delle autorità fasciste che intendono mettersi a disposizione della Resistenza. Dopo la Liberazione entra nella Commissione epurazione del Cln provinciale e diventa presidente del Corpo volontari della ricostruzione. Continua anche il suo impegno nel Pci come membro della Commissione federale di controllo.