Alfeo Corassori

Campagnola Emilia (RE), 1903 – Modena, 1965

Antifascista, partigiano, amministratore

Alfeo Corassori nasce il 3 novembre 1903 da Antonio e Rosa Tirabassi, braccianti agricoli. Nel 1919 si iscrive alla Federazione giovanile socialista ma già nel 1921 aderisce al neonato Partito comunista d’Italia e, trasferitosi a Carpi, partecipa alla fondazione della Federazione modenese. Nel 1923 viene arrestato insieme ad Amadeo Bordiga e altri dirigenti del partito con l’accusa di associazione comunista, sedizione e mancata dichiarazione di armi da fuoco.

È costretto a trasferirsi a Milano, dove vive nella semiclandestinità e prosegue il suo lavoro di agitazione e propaganda fino al 1927, quando è nuovamente arrestato per organizzazione comunista e sconta sei anni nelle carceri di Volterra, Pallanza e Lucca. Nel 1932 viene liberato per amnistia e sposa Rina Nizzoli, trasferendosi a Carpi, dove riprende la sua attività cospirativa, ma l’anno successivo è catturato insieme ad altri 67 comunisti e assegnato a sei anni di confino presso l’isola di Ponza (Latina), dove entra in contatto con numerosi membri del movimento antifascista, tra cui anche Giorgio Amendola.

Dopo l’8 settembre 1943 partecipa alla lotta di liberazione come responsabile militare della provincia di Modena e come dirigente della Federazione provinciale del Partito comunista, poi come membro del Triumvirato insurrezionale dell’Emilia Romagna.

Il 22 aprile 1945, il Clnp di Modena gli affida l’incarico di sindaco della città, poi confermato alle elezioni amministrative del 1946 e fino al 1962. Viene eletto il 2 giugno 1946 come deputato all’Assemblea costituente, ma vi rinuncia presto per continuare a tempo pieno il suo impegno di primo cittadino dedicandosi al processo di ricostruzione politica ed economica della città. Dal 1953 l’amministrazione Corassori mette a disposizione di artigiani imprenditori o agricoltori aree di proprietà del comune attrezzate creando il Villaggio artigiano, che si comporrà di 74 nuove aziende, e contribuisce alla riorganizzazione del sistema di trasporto urbano, alla costruzione del Mercato bestiame e del policlinico e alla teorizzazione delle prime politiche scolastiche. 

Corassori cerca di costruire un rapporto costante con i suoi cittadini e di rispondere alle loro esigenze realizzando pratiche di buon governo. Per questo, alla sua morte nel 1965, i modenesi partecipano in massa al suo funerale, come segno di affezione e riconoscimento.

La sua città gli ha intitolato un viale e il suo nome è stato dato anche a una Polisportiva, a una Rassegna di danza e a un ospedale pediatrico in Madagascar ad opera di una Onlus di Modena.

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